La contattologia è una disciplina caratterizzata dalla costante ricerca scientifica, volta ad una sempre maggiore biocompatibilità ed al miglior comfort. Per questo motivo i materiali impiegati costituiscono l’elemento centrale attorno a cui ruotano gli studi dei ricercatori in tutto il mondo e sono in continua, rapida evoluzione.
Una classificazione dei materiali adottati potrebbe quindi rischiare di apparire rapidamente superata, ma resta un importante riferimento per conoscere meglio caratteristiche e potenzialità delle lenti a contatto.
In generale, i materiali adottati in contattologia possono essere suddivisi in duri (o rigidi), morbidi (o flessibili) e ibridi; i materiali morbidi possono a loro volta essere ulteriormente distinti in idrogel (a bassa o alta idrofilia, maggiore o minore del 55%), elastomeri o biopolimeri.
Abbiamo già accennato al polimetilmetacrilato o pMMA, il primo materiale adottato in contattologia per le lenti a contatto rigide, che rimase per lungo tempo anche l’unico.
Negli anni Settanta venne introdotto il CAB, o acetato butirrato di cellulosa, particolarmente indicato per la sua permeabilità all’ossigeno, con caratteristiche di buona flessibilità ed elasticità, resistenza ai depositi, conduttività termica e buona compatibilità con i tessuti oculari. Più recentemente, all’inizio degli anni Ottanta, è stato introdotto in contattologia il silicone, un materiale permeabile all’ossigeno così da permettere un normale processo respiratorio della superficie corneale attraverso la lente a contatto.
Le lenti a contatto al silicone presentavano però alcuni inconvenienti, a causa della scarsa bagnabilità del materiale; per migliorare la situazione si sono realizzati dei copolimeri, partendo da polimeri già noti come il CAB o il metacrilato, grazie ai quali è stato possibile giungere alla produzione di lenti a contatto maggiormente biocompatibili.
La ricerca e l’innovazione scientifica continuano ad essere gli elementi caratterizzanti la contattologia, che continua ad evolversi nello studio di nuovi materiali, per consentire una sempre maggiore trasmissione di ossigeno alla cornea grazie ad una minore tendenza alla disidratazione.
Attualmente, oltre all’hydrogel, sono adottati in contattologia principalmente il silicone hydrogel, il glicerolo metacrilato e la fosforilcolina.
Il silicone hydrogel è un materiale che ha permesso di realizzare lenti a contatto non solo morbide e confortevoli, ma anche capaci di lasciar passare elevate quantità di ossigeno. Questo contribuisce a ridurre i segni indotti dalla carenza di ossigeno, permettendo così di portare le proprie lenti più a lungo.
Il glicerolo metacrilato ha la caratteristica di mantenere un buon bilanciamento idrico, si disidrata molto lentamente durante l’utilizzo, e si reidrata altrettanto velocemente durante l’ammiccamento.
La fosforilcolina è una sostanza biomimetica utilizzata per “rivestire” la lente; consente una riduzione dell’accumulo dei depositi costituenti il film lacrimale sulla superficie della lente ed una idratazione costante.
Quindi oggi è possibile scegliere, in base alla geometria ed al materiale utilizzato, la lente a contatto maggiormente idonea alle caratteristiche fisiologiche dei propri occhi e alle specifiche esigenze del portatore, per una soluzione personalizzata e per garantirsi il massimo comfort in ogni situazione.
Proprietà dei materiali
Le principali proprietà dei materiali utilizzati da tenere presente per la costruzione delle lenti a contatto sono: permeabilità all’ossigeno, bagnabilità, durezza, resistenza ai depositi, conducibilità termica, peso specifico e spessore, biocompatibilità. In particolare:
- permeabilità all’ossigeno – questa è una caratteristica fondamentale per una buona tollerabilità delle lenti a contatto, dato che la presenza di ossigeno è un fattore indispensabile per il metabolismo corneale. La capacità di trasmettere ossigeno viene indicata come “valore Dk”: “D” rappresenta il coefficiente di diffusione del gas attraverso il materiale, mentre “k” è una costante che indica la quantità di ossigeno presente nel materiale stesso;
- bagnabilità – si definisce così la capacità di un liquido di ricoprire una superficie solida ed ha particolare importanza in relazione al mantenimento del film lacrimale, il cui mantenimento è condizione necessaria per la compatibilità tra occhio e lente;
- biocompatibilità – si definisce in questo modo la mancanza assoluta di reazioni avverse da parte dell’organismo verso un materiale. La ricerca scientifica applicata alla contattologia ha portato alla realizzazione di numerosi materiali che posseggono questa particolare caratteristica.